I Vangeli e il libro degli Atti sono storicamente attendibili? I loro autori certamente pensavano di sì.
Ad esempio, Luca affermò che il suo vangelo narrava “fatti… tramandati da quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola” (Luca 1:1-2). Non prendendo affatto per buoni questi testimoni oculari, comunque, “è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine… perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate” (Luca 1:3-4).
Similmente, il vangelo di Giovanni finisce con queste parole dei suoi editori: “Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose, e che ha scritto queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera” (Giovanni 21:24). Il discepolo era un testimone oculare e, in altre parole, i suoi innominati editori (“noi”) garantiscono per la sua testimonianza.
Come in Luca, lo scopo della sua testimonianza era la fede: “questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Giovanni 20:31). Continua a leggere