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La potenza di una madre che prega

Pubblicato da Blog CLC Italia in 6 aprile 2018
Pubblicato in: Edificazione, Uomini cristiani e le loro madri devote.

SERIE: Uomini cristiani e le loro madri devote

Nei mesi passati, ho fatto delle ricerche negli estesi archivi storici della chiesa per trovare esempi di uomini cristiani che hanno avuto delle madri devote. Più nello specifico, ho ricercato degli uomini cristiani illustri la cui più importante influenza spirituale era stata la loro madre. Ne ho scoperti molti e sono stato profondamente incoraggiato dalle loro storie.

Nel primo articolo, abbiamo esaminato la vita di John Newton, la cui madre dimostrò che la forza spirituale può esistere anche laddove c’è una debolezza fisica. Questa volta, voglio guardare a un grande missionario che ebbe un impatto su un’intera nazione e sul corso delle missioni cristiane. Per raccontare adeguatamente la sua storia, dobbiamo iniziare con la profonda crisi spirituale che sperimentò negli anni dell’adolescenza, quando si trovò inaspettatamente lacerato tra Dio e il mondo, trascinato dal fascino del benessere. Fu in questo cruciale momento di crisi che Hudson Taylor imparò la potenza di una madre che prega.

Una casa che teme Dio

Hudson Taylor nacque il 21 maggio 1832 a Barnsley, in Inghilterra, primogenito di James e Amelia. James era un farmacista. Avrebbe voluto essere un medico, ma siccome la famiglia non poteva pagargli la scuola di medicina, optò per farmacologia. Cresciuto in una famiglia di credenti, divenne un cristiano impegnato in giovane età e sviluppò un profondo amore per le Scritture e la teologia. Quando era ancora un bambino, i suoi genitori si trasferirono in una casa vicino al ministro wesleyano Benjamin Hudson. James divenne presto amico della figlia del ministro, Amelia, nonostante avesse sei anni più di lei. 

Anche Amelia aveva riposto la sua fede in Dio in giovane età. Era stata cresciuta in condizioni di povertà e nel 1824 dovette iniziare a lavorare come governante quando aveva appena 16 anni. Nonostante ciò, era sicura che questa non sarebbe stata la sua vocazione per sempre, perché a quel tempo conosceva già le intenzioni di James riguardo al matrimonio. In seguito in quello stesso anno la coppia annunciò il proprio fidanzamento.

Ma prima di potersi sistemare insieme, James dovette provvedere per Amelia, prima attraverso la sua istruzione e poi avviando con successo il suo negozio. Nel 1831 si era sistemato in un piccolo negozio a Barnsley e il 5 aprile si sposarono. Nel periodo intercorso, era stato identificato il dono di James per la predicazione e fu ordinato come predicatore laico, incaricato di predicare ogni domenica. Sei giorni a settimana erano dedicati a guarire i corpi e il settimo alla guarigione delle anime.

Fu appena tredici mesi dopo il loro matrimonio, che James e Amelia furono raggiunti dall’arrivo del primo figlio. Sebbene fosse stato chiamato come il padre, fu sempre conosciuto come Hudson, il cognome da nubile di sua madre. Hudson fu presto raggiunto da Amelia Jr., che divenne la sua più cara amica e poi anche da altri fratelli, di cui almeno due morirono durante l’infanzia. I genitori di Hudson lo avevano dedicato al Signore prima della sua nascita, votandolo al ministero e soprattutto al lavoro missionario in Cina. Hudson ebbe questa informazione solo dopo aver intrapreso già questo lavoro.

James fu un padre amorevole impegnato ad allevare i suoi figli nella disciplina e nell’istruzione del Signore. Ma fu anche rigido nella disciplina ed eccessivamente parsimonioso, spesso sostenendo una forzata austerità come sinonimo di devozione. Contrariamente a suo marito, Amelia era gentile, dolce e paziente. Aveva una personalità calma e gradevole e un grande senso dell’umorismo. Era rispettata nella sua chiesa locale dove insegnava la Bibbia a classi di ragazze. Teneva la casa aperta e accolse molti sconosciuti, soprattutto credenti dei villaggi vicini. Lei e James guidavano regolarmente i figli in culti di famiglia leggendo la Bibbia, pregando e cantando inni insieme.

I figli dei Taylor crebbero in un’amabile famiglia timorata di Dio con i genitori come insegnanti e i fratelli come intimi amici. Hudson sviluppò un precoce interesse per le questioni spirituali e anche un interesse verso il lavoro missionario. Ma non passò molto tempo prima che fosse sfidato a gettare tutto all’aria.

La potenza di una madre che prega

Quando Hudson aveva 15 anni, il padre decise che era tempo per il ragazzo di avere una più ampia esperienza di vita. Hudson venne assunto in banca e fu in questo ambiente che per la prima volta incontrò persone che deridevano apertamente la fede cristiana. Presto si unì a loro nello scherno e nelle imprecazioni. Il lavoro aprì anche i suoi occhi al benessere e a coloro che vivevano per accumulare ricchezza e goderne. Si ritrovò attratto dal denaro e dai piaceri che poteva permettersi. La sua vita spirituale iniziò a languire e perse interesse per la preghiera e la lettura della Bibbia. Quando l’indebolimento della vista alla fine lo costrinse a dimettersi, tornò al negozio di suo padre in uno stato di profonda crisi spirituale. James tentò di aiutare suo figlio, ma era troppo spesso duro e impaziente. La crisi divenne più profonda. Furono giorni difficili in cui Hudson, ora diciassettenne, si ritrovò sconfortato e irascibile, interiormente e a volte esteriormente ribelle alla rigida autorità del padre.

Amelia intervenne perché comprese Hudson in un modo in cui il padre non faceva e forse non poteva. Lei raddoppiò i suoi sforzi per essere gentile, dolce e paziente nei suoi confronti. Ovviamente gli parlò, lo consigliò, ma si convinse anche che la cosa migliore che potesse fare per suo figlio fosse pregare per lui. Durante una breve vacanza che la portò lontano da casa, si sentì spinta ad aumentare la lunghezza e la sincerità delle sue preghiere. Un giorno l’impulso crebbe a tal punto che decise di pregare per suo figlio finché non avesse avvertito la certezza che Dio lo avrebbe salvato. Si chiuse nella sua stanza e per ore supplicò Dio che estendesse la sua misericordia a Hudson. E poi, improvvisamente, credette che Dio avrebbe risposto alla sua preghiera. Il suo cuore mutò dalla supplica alla lode e adorò Dio che aveva già salvato Hudson veramente.

Nel frattempo, Hudson era rimasto a casa. Annoiato e scontento, cominciò a cercarsi qualcosa da fare. Girovagò nella biblioteca di suo padre e, nonostante tirasse fuori libro dopo libro dallo scaffale, non trovò nulla di interessante. Alla fine, notò un trattato intitolato Povero Richard. Lesse la storia, poi arrivò alle semplici parole “il lavoro portato a termine di Cristo”. In quel preciso momento, Hudson comprese che Cristo aveva fatto tutto quanto era necessario per la salvezza e la sola risposta giusta era accettare quell’opera per fede. Lì dov’era, cadde in ginocchio e arrese la sua vita al Signore promettendo di servirlo per sempre. Seppe presto che mentre era in ginocchio lodando Dio per la sua salvezza, sua madre stava facendo la stessa identica cosa a molte miglia di distanza.

Pochi giorni dopo lui e sua madre furono di nuovo insieme e lui immediatamente esclamò: “Ho qualcosa da dirti”. Prima che potesse dire altro, lei replicò: “Lo so cos’è! Ti sei arreso a Dio”. E spiegò che da giorni aveva già gioito per la sua salvezza.

(Sicuramente, non è un dettaglio casuale che sua sorella Amelia Jr. si fosse anch’essa impegnata in quel periodo a pregare per la sua salvezza. Sebbene avesse solo 13 anni, si era impegnata davanti a Dio a pregare tre volte al giorno affinché salvasse Hudson. Lui lo venne a sapere soltanto successivamente quando per caso aprì il suo diario e scoprì che lei aveva fatto questa promessa appena un mese prima che Dio lo salvasse. Molti uomini cristiani hanno delle pie madri, e molti anche delle pie sorelle).

La vita di Taylor fu trasformata per sempre. Presto diede la sua vita per il lavoro missionario, istruito per essere un medico, iniziò a predicare e alla fine partì per la Cina nel 1853. Sua madre era lì per i saluti e la sua descrizione della loro separazione ha molto da dire sul loro amore e sulle sincere preghiere di lei.

La mia amata, santa madre è venuta a Liverpool per vedermi partire. Non dimenticherò mai quel giorno, né come lei entrò con me nella cabina che sarebbe stata la mia casa per i successivi sei lunghi mesi. Con la mano amorevole di una madre spianò il piccolo letto. Si sedette al mio fianco e si unì a me nell’ultimo inno che avremmo cantato insieme prima di separarci. Ci inginocchiammo e lei pregò – l’ultima preghiera della mamma che avrei udito prima di partire per la Cina. Quindi fu annunciato che dovevamo separarci e ci siamo dovuti dire addio non aspettandoci di rivederci nuovamente sulla terra.

Per amor mio lei trattenne i suoi sentimenti il più possibile. Ci separammo e lei tornò a terra dandomi la sua benedizione. Ero in piedi da solo sul ponte e lei seguiva la nave mentre ci muovevamo verso l’uscita del porto. Appena passati i confini del porto e iniziata veramente la separazione, non dimenticherò mai il grido di angoscia estorto dal cuore di quella madre. Mi trapassò come un coltello. Non seppi mai pienamente, fino a quel momento, cosa significasse che “Dio ha tanto amato il mondo”. E sono abbastanza certo che la mia preziosa madre abbia imparato di più dell’amore di Dio per i perduti in quell’ora che non in tutta la sua vita prima di allora.

Anche sul campo di missione, Hudson continuò a dipendere dalle preghiere di sua madre, supplicandola di intercedere per lui e scrivendole con affetto: “Dio sia con te e ti benedica, mia carissima mamma, e ti dia di comprendere la preziosità di Gesù, che tu non possa desiderare altro che conoscerlo… anche nella comunione delle sue sofferenze”. Da lontano, Amelia consigliava e incoraggiava il suo figlio missionario. Il loro legame di amicizia fu interrotto soltanto dalla morte di lei avvenuta nel 1881.

Hudson Taylor spese 51 anni in Cina e fondò la China Inland Mission (adesso conosciuta come OMF International). Centinaia di missionari lo avrebbero seguito in Cina e migliaia di cinesi sarebbero giunti a conoscere Cristo. A ragione sarebbe stato conosciuto come uno dei più grandi missionari cristiani. E la sua storia non può essere raccontata senza dare il dovuto credito alla potenza di una madre che prega.

Anche quando si cresce in una famiglia devota con una madre amorevole, alcuni figli potrebbero essere allontanati da Dio dai desideri peccaminosi del mondo. Ma non importa quanto lontano vaghino i tuoi figli, non importano le circostanze, non devi soccombere alla disperazione. Puoi pregare come pregò Amelia. Potresti non ricevere una così chiara e non comune risposta alla tua preghiera. Ma quando tu supplichi per i tuoi figli davanti a un Dio sovrano, quando gridi a lui con fede, puoi credere che ci sarà un giorno in cui le tue lacrime di dolore si trasformeranno in lacrime di gioia.

Tim Challies – tratto dal blog Challies

 

Lettura consigliata:

La potenza del genitore che prega, di Stormie Omartian 

Pascere il cuore del fanciullo, di Tedd Tripp

Reparto Educazione dei figli

Hudson Taylor, di James Hudson Taylor 

 

 

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