Essere come Gesù sui social media
In una tarda serata primaverile, dopo una giornata particolarmente pesante in cui hai fatto volontariato al rifugio degli animali locale, decidi di dare uno sguardo a Facebook prima di andare a letto. Noti che il tuo amico delle superiori Brian lamenta il fatto che un temporale gli abbia tagliato la corrente. Fortunatamente, hai il commento perfetto per lui.
Meno male che Gesù è la luce del mondo!
Scorrendo ancora, vedi il post di tua cugina Ashley su quanto le manchi il suo fidanzato, ma niente paura. Sai esattamente come tirarla su.
Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto fiacca le ossa.
L’euforia scorre tra i tuoi polpastrelli mentre continui a diffondere l’amore di Cristo , quando ad un tratto qualcosa di terrificante appare sul tuo schermo. Un non credente ha appena commentato un tuo post.
Tu rispondi con la battuta più sarcastica a cui sei in grado di pensare e ricevi immediatamente sette like, ognuno ovviamente rappresentante la salvezza di un’anima perduta. Non appena espiri trionfante, un braccio celestiale si materializza nell’aria con un gesto di esultanza e una voce profonda risuona: “Ben fatto, mio buon servitore di facebook”. Meno male che Gesù ti ha nella sua squadra.
Ok, forse lo scenario precedente pecca un po’ sul lato teatrale. Ciò nonostante, spesso i cristiani hanno uno stereotipo negativo, fuori dal mondo, quando si tratta dei social media. Naturalmente la Bibbia non dà istruzioni chiare riguardo l’uso di internet. Ma se saltassimo su una macchina del tempo e portassimo Facebook indietro nel primo secolo per vedere come sembrerebbe la pagina Facebook di Gesù? Si farebbe un selfie come foto profilo o farebbe una foto di gruppo con i discepoli (#obiettividelgruppo)? Gli piacerebbe Babylon Bee (un sito web di satira evangelica, N.d.T.)? O Gesù avrebbe Facebook? Dopotutto, sarebbe certamente su Twitter.
Conversazioni come questa potrebbero sembrare ridicole, ma se la Bibbia ci chiama a essere imitatori di Cristo (1 Corinzi 11:1), dobbiamo esaminare come esserlo nei riguardi della nostra condotta sui social media. Quando consideriamo ciò che i Vangeli insegnano riguardo alla vita di Gesù qui sulla terra, possiamo mettere insieme almeno quattro modi in cui Gesù probabilmente si comporterebbe se avesse Facebook.
Gesù non discuterebbe tutto il tempo con tutti su ogni cosa
Se digitate su Google “perché i cristiani sono così…”, uno dei suggerimenti automatici della ricerca completa la frase con la parola “meschini”. Parte del motivo per questo marchio ha indubbiamente a che fare con il modo in cui ci poniamo in disaccordo online. La sezione dei commenti sotto molti articoli cristiani può attestare questo fatto.
Nella Bibbia, Gesù manda i suoi discepoli a due a due per condividere il vangelo, ma dà loro l’ordine di scuotere la polvere dai loro piedi e partire quando non venivano accolti (Matteo 10:14). In questo modo il vangelo poteva continuare ad avanzare senza che il tempo venisse sprecato con persone il cui unico scopo era quello di alimentare il dissenso.
Se applichiamo queste istruzioni di Gesù al nostro comportamento online di oggi, scuotendo la polvere dalle nostre dita, forse le persone non ci descriverebbero semplicemente come persone detestabili e arrabbiate. Non abbiamo bisogno di rispondere ad ogni commento con il quale non concordiamo. Dovrebbe sempre esserci un luogo di sana discussione, ma nove volte su dieci quel luogo non è la sezione dei commenti.
Gesù non condividerebbe foto di sé stesso dicendo: “Se mi ami, scrivi Amen”
Abbiamo visto tutti dei post che dicono cose del tipo: “Condividi questo post se vuoi una benedizione da Gesù”, oppure “Scrivi Amen se ami Dio. Ignora se ami il diavolo”.
Questi memes “cristiani”, in genere raffiguranti una rappresentazione di Gesù più simile a Han Solo (personaggio di Guerre Stellari, N.d.T.) che al Gesù storico, promettono benedizioni a tutti in cambio di like e condivisioni. Gesù posterebbe assolutamente roba simile, vero? Sbagliato.
Post del genere non rappresentano il cuore di Gesù. Egli non ha mai manipolato le persone cercando di far fare loro ciò che lui voleva. Non ha mai fatto sentire in colpa la gente per costringerla a entrare nella sua missione.
Gesù non ha conquistato le persone con un ultimatum. Le ha conquistate con la grazia.
Gesù non posterebbe post a tema politico inutilmente controversi
Gesù disse delle cose abbastanza radicali.
“Voi avete udito che fu detto: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:43-45).
È un’affermazione forte. E cosa dire di quest’altra?
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me (Matteo 10:37).
Ma per quanto radicali siano alcuni dei suoi insegnamenti, gli unici per cui Gesù era disposto a morire erano quelli determinanti per la sua missione.
Gesù non ha tracciato una linea di confine rispetto ai partiti politici. Non ha promosso teorie di complotto riguardo a quale religione un leader politico dovrebbe o meno praticare. E sicuramente non ha disprezzato le autorità governative diffamandole su una piattaforma pubblica.
Lo so. Tutto questo può sembrare anacronistico. Ma Gesù si preoccupava molto di più dei valori del regno piuttosto che della politica terrena. Infatti, l’unica volta che i farisei tentarono di tendergli un tranello in una discussione politica, lui fondamentalmente ignorò l’intera questione e continuò a farsi i fatti propri (Marco 12:17).
Dobbiamo chiederci se non siamo anche noi troppo coinvolti in ciò che è passeggero e non abbastanza occupati con ciò che dura per sempre.
Gesù posterebbe solo ciò che porta gloria a suo Padre
Questo non significa che posterebbe solo versi della Bibbia o che tutti amerebbero qualunque cosa egli dica. Significa che qualsiasi conversazione intraprenderebbe online, lo farebbe con amore. Non entrerebbe in una conversazione con l’intenzione di ferire o di umiliare gli altri.
Nella Bibbia, quando Gesù rimprovera aspramente i farisei chiamandoli serpenti e vipere (Matteo 23:13-36), fece immediatamente seguire l’espressione del suo amore per Israele e il desiderio di salvarli (Matteo 23:37). Non si fece coinvolgere da gare di urla, ma parlò invece con amore e verità e così facendo portò gloria a suo Padre.
Se Gesù avesse partecipato a discussioni sportive online o avesse postato semplicemente foto di animali carini che fanno cose buffe, non lo sapremo mai. A prescindere, dobbiamo guardare alla vita di Gesù e conformare il nostro comportamento online in modo che porti gloria a lui.
Dobbiamo prestare attenzione alle istruzioni dateci in Colossesi 3:17 e assicurarci che qualunque cosa facciamo, in parole e in opere (e qualunque cosa postiamo, siano essi postulati teologici o memes divertenti) stiamo facendo tutto nel nome del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Chase Jones e Jared Witt – tratto dalla rivista online Relevant Magazine
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