Quanto pensi che durerà il tuo matrimonio? Altri cinque anni? Dieci? Cinquanta?
Penso che possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che non durerà tanto a lungo – non alla luce dell’eternità.
L’eternità cambia il modo in cui godiamo del matrimonio e di ogni altra cosa in questa vita.
L’eternità cambia il modo in cui amiamo. Non sarebbe amorevole se tenessi mia moglie e i miei figli tanto concentrati su questa vita da arrivare impreparati a quella successiva. Alcuni cristiani enfatizzano il matrimonio talmente tanto che ciò potrebbe indurli a credere che l’obiettivo del cristianesimo sia avere un matrimonio felice e Dio diventa un mezzo per quello scopo. Sento molti credenti ringraziare Dio per le loro famiglie più di quanto lo ringrazino per la croce.
Ovviamente Dio vuole che amiamo le nostre famiglie, ma stiamo attenti.
Quale passaggio citerebbe Gesù?
Non fraintendetemi, amo essere sposato. Dopo vent’anni, amo mia moglie Lisa più che mai. Una delle chiavi del nostro matrimonio, comunque, è stata quella di mantenere il matrimonio al suo posto. Mentre Dio ci comanda di onorare il matrimonio, è anche chiaro sul fatto che non dobbiamo sopravvalutarlo. Dopotutto, durante il nostro breve periodo sulla terra, noi siamo impegnati in una missione.
Ecco perché Paolo dice: “Sei legato a una moglie? Non cercare di sciogliertene. Non sei legato a una moglie? Non cercare moglie. Se però prendi moglie, non pecchi; e se una vergine si sposa, non pecca; ma tali persone avranno tribolazione nella carne e io vorrei risparmiarvela. Ma questo dichiaro, fratelli: che il tempo è ormai abbreviato; da ora in poi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero” (1 Corinzi 7:27-29).
Paolo, che ha scritto Efesini 5, ha scritto anche 1 Corinzi 7. Colui che affermò “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa” (Efesini 5:25), scrisse anche “quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero” (1 Corinzi 7:29). Dobbiamo trovare la giusta misura nell’obbedire ad entrambi i passi biblici. E non dimentichiamo le parole di Gesù: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo” (Luca 14:26).
La nostra tendenza quando insegniamo sul matrimonio è quella di liquidare alcuni di questi passaggi con una o due frasi e tornare velocemente su Efesini 5. Ma va bene così? Potrebbe essere che Dio vuole enfatzzare allo stesso modo tutti questi passaggi? Dar loro equamente lo stesso respiro? Quale passaggio citerebbe Gesù se dovesse celebrare un matrimonio questo fine settimana?
È comprensibile che investiamo tanto tempo insegnando Efesini 5. In fin dei conti le famiglie stanno cadendo a pezzi. I divorzi si susseguono a un ritmo allarmante. C’è una crisi nella chiesa. I mariti trascurano le loro mogli e viceversa. Di primo acchito, può sembrare anche pericoloso insegnare certi passaggi. La saggezza umana ci dice di saltare quei passi che ci ammoniscono circa il fatto che le nostre famiglie possono distrarci dal lavoro per il regno. Ma predicare “l’intero consiglio della Parola di Dio” significa che noi onoriamo, crediamo e insegniamo l’intera Bibbia.
Non interpretiamo le cose al contrario
Siccome il divorzio dilaga anche nella chiesa, ha senso che tendiamo a compensare enfatizzando il matrimonio più di quanto faccia la Scrittura. Ma così facendo, potremmo danneggiare dei matrimoni piuttosto che ripararli. Le coppie diventano incentrate su loro stesse piuttosto che focalizzate sulla missione. I single che un tempo servivano Gesù in modo radicale adesso passano i giorni semplicemente migliorando e godendo il loro matrimonio. O quello, oppure litigano incessantemente passando i loro giorni tra consulenza e disperazione. D’altro canto, diventano virtualmente inutili per gli scopi del regno.
Riuscite a pensare a qualche coppia che serve Gesù più fedelmente adesso da sposati? Non è così che deve essere. Ecco perché Paolo scrisse 1 Corinzi 7. “Dico questo nel vostro interesse; non per tendervi un tranello, ma in vista di ciò che è decoroso e affinché possiate consacrarvi al Signore senza distrazioni” (1 Corinzi 7:35).
L’obiettivo è “una consacrazione al Signore senza distrazioni”. Meditate su queste parole. Ricordate che la Bibbia non è un libro sul matrimonio; è un libro su Dio. La cosa migliore che possiamo fare delle nostre brevi esistenze è consacrare noi stessi a lui e alla sua missione. Questo è l’obiettivo. E il matrimonio può realmente aiutarci a raggiungerlo. Ecco perché Paolo incoraggia il matrimonio per coloro che sono sessualmente tentati. Un matrimonio sano aiuta a prevenire le tentazioni che distruggerebbero la nostra efficacia. Ma ricordiamo che lo scopo è quello di essere completamente consacrati a Dio. Il matrimonio può essere usato come un mezzo per migliorare la nostra devozione a Gesù. Non interpretiamo le cose al contrario pensando che lui sia il mezzo per migliorare i nostri matrimoni.
Lisa una volta ha descritto il nostro matrimonio come un episodio di “The Amazing Race“. Se non avete mai visto questo programma, si tratta di una gara in cui una persona sceglie un partner e gareggiano insieme intorno al mondo contro altre coppie (“The Amazing Race” è un reality show statunitense in cui undici squadre formate da due componenti gareggiano in un viaggio intorno al mondo. La gara è divisa in 12 tappe in cui ogni squadra deve interpretare gli indizi forniti che li porteranno a viaggiare in terre straniere con ogni tipo di mezzo di trasporto avendo a disposizione un budget limitato e a interagire con la gente del posto sottoponendosi a prove fisiche e mentali con lo scopo di non essere eliminati e arrivare primi all’ultima tappa per vincere 1 milione di dollari. N.d.T.).
Quello che lei voleva dire è che noi vediamo molto le nostre vite come i concorrenti di quel programma. Come Paolo, vediamo le nostre vite terrene come una gara (1 Corinzi 9:24-27). Non abbiamo tempo di litigare e nemmeno di assestarci. Siamo alla ricerca di un premio. Stiamo tentando di fare quanti più discepoli possibile (Matteo 28:18-20), più in profondità possibile. Avremo un sacco di tempo per festeggiare una volta attraversata la linea del traguardo. Per ora, continuiamo semplicemente a correre.
Entrare nel campo di battaglia insieme
La Bibbia insegna che ci troviamo in una guerra reale con un nemico vero (2 Corinzi 10:3-4; Efesini 6:10-20). Dio ci ha affidato una missione, quindi non possiamo permetterci di rimanere “immischiati in faccende della vita civile” (2 Timoteo 2:3-4).
Immaginatevi una bella casetta con una staccionata bianca e la vostra famiglia felice che poltrisce al suo interno. Ora immaginate una guerra in dimensioni reali che si sta svolgendo appena qualche isolato più in là. I vostri amici e i vostri vicini stanno combattendo per le loro vite mentre voi state rifacendo la cucina e attaccando al muro il vostro grande schermo TV nuovo. Avete anche l’impresa che vi sta installando degli infissi migliori per lasciare fuori tutto il rumore.
È un’immagine abbastanza patetica, ma è un paragone appropriato per le vite che sono offerte a così tante coppie cristiane. Stanno ignorando la missione di Gesù nella speranza di godersi questa vita. Ma non cascateci. La vera vita si trova nella battaglia. In questo stesso momento, abbiamo molti fratelli e sorelle torturati all’estero a causa della loro fede. Preghiamo per loro e siamo incoraggiati dal loro esempio nell’entrare in battaglia.
Trovarci in guerra insieme può essere ciò che ci trattiene dal farci la guerra l’un l’altra. Piuttosto che ignorare la battaglia per lavorare sul vostro matrimonio, forse la cosa migliore per il vostro matrimonio è entrare sul campo di battaglia insieme.
Francis Chan – tratto dal blog Desiring God
Libri consigliati:
- Io e te per sempre, di Lisa & Francis Chan
- Libri sul matrimonio