Una delle più facili e subdole tentazioni a cui cedere.
Diversi anni fa, una nota rivista venne criticata per aver palesemente ritoccato la foto di una celebrità che appariva in copertina. Era ovvio. I lettori poterono accorgersi immediatamente che la foto era stata “aggiustata” e chiesero una spiegazione. Non dimenticherò mai come si difese la rivista. L’editore spiegò che la copertina della rivista era un’immagine, non una fotografia e che modifiche di questo tipo sono comuni nel settore. Poche persone furono soddisfatte di questa spiegazione. La rivista aveva deliberatamente rimosso dalla fotografia del modello qualunque cosa che fosse sgradita e poco lusinghiera. Il risultato fu un’immagine che assomigliava alla foto originale, ma che era in realtà una nuova invenzione. Sebbene sia facile criticare una rivista che fa cose di questo genere, la verità è che noi lo facciamo continuamente.
Ritocchiamo le nostre vite sui social media – selezioniamo accuratamente cosa includere o escludere in modo da presentare al mondo la migliore versione di noi stessi. Ritocchiamo noi stessi nei nostri posti di lavoro – evidenziamo i nostri risultati ai colleghi mentre minimizziamo i nostri limiti. Ritocchiamo noi stessi nelle nostre menti – diamo continuamente a noi stessi il beneficio del dubbio e manchiamo nell’ammettere i nostri difetti.
Molti di noi sono professionisti nel ritoccare sé stessi e siamo spesso inconsapevoli anche che lo stiamo facendo. La più pericolosa applicazione delle nostre “tendenze di editing”, comunque, è quando ritocchiamo Gesù. È facile trasformare Cristo in ciò che noi vogliamo che Lui sia. Noi levighiamo i suoi spigoli vivi e le sue apparenti contraddizioni. Ci scusiamo per Lui. Lo rendiamo più (o meno) socialmente accettabile a secondo dei nostri fini. Riduciamo il suo messaggio in ciò che noi vogliamo che sia la sua essenza. Noi ri-creiamo Gesù e finiamo con l’ottenere un’immagine che solo vagamente somiglia all’originale.
Voglio dire: a volte Gesù necessita di una ritoccatina, giusto?
Nei Vangeli, abbiamo l’immagine originale di Gesù. Tecnicamente, si tratta di quattro fotografie simili scattate da quattro diversi punti di osservazione. Ma insieme ritraggono la stessa cosa: Gesù di Nazareth così come camminò sulla terra venti secoli fa. La descrizione di Gesù resa dai vangeli è complessa. Mentre la sua missione era chiara (Luca 19:10), la sua personalità e i suoi insegnamenti non sono facilmente sintetizzabili. Molte delle cose che ha detto ci sembrano grandi. Altri aspetti del suo messaggio sono più impegnativi o non sono appropriatamente allineati con altre cose che ha detto. Quando incontriamo queste difficoltà, iniziamo a fare ritocchi. Per esempio, se sei una persona a cui piace focalizzarsi sulla grazia di Gesù, potresti ritoccare le parti in cui Egli richiede una totale obbedienza dai suoi discepoli (Luca 11:28, Giovanni 14:15, Giovanni 15:10).
Se sei facoltoso, potresti focalizzarti su come a Gesù importi di più del cuore e ritoccare gli avvertimenti che Lui dà alle persone che hanno un mucchio di soldi (Matteo 19:23, Luca 6:24, Luca 21:1-4). Se ti piace pensare a Gesù come a un amico sorridente, potresti ignorare le parti in cui Egli mostra una rabbia divina e affronta le persone con un linguaggio incredibilmente forte (Marco 8:33, Matteo 23:33, Giovanni 2:15-16). Se tu vedi Gesù come un giusto giudice, potresti trascurare le occasioni in cui Egli offre la sua compassione alle persone con qualche problema (Marco 2:17, Luca 18:14, Giovanni 8: 10-11).
Tutte queste sono versioni “photoscioppate” di Gesù. Esse evidenziano della sua personalità e del suo messaggio, e distorcono o ignorano il resto. Non è facile ammettere che noi ritocchiamo il messaggio di Gesù per adattarlo alle nostre preferenze. Ciò richiede che siamo totalmente onesti con noi stessi, il che richiede una giusta dose di maturità e autocontrollo. Ma se vuoi onestamente fissare il grado in cui stai ritoccando Gesù, prova questo semplice esercizio: leggi uno dei quattro Vangeli e prendi nota di tutto ciò che Gesù ha detto che ti mette un po’ a disagio – quelle dichiarazioni che segretamente desidereresti che non avesse fatto. Sii onesto con te stesso al riguardo. Fai un elenco solo di quelle cose con il riferimento biblico accanto ad ognuna di esse. La tua lista potrebbe comprendere 3 cose oppure 30. Non importa, scrivile semplicemente. Quando hai finito questo esercizio, riguardale. Avrai una vista d’insieme di tutti gli aspetti del messaggio di Gesù con cui hai bisogno di avere a che fare. Forse troverai che hai bisogno di spendere più tempo a curarti dei poveri della tua comunità. Forse scoprirai che hai bisogno di avere più riverenza per Cristo, o al contrario più che una personale relazione con Lui. Forse troverai che ritocchi Gesù più (o meno) di quanto pensi di fare. Avrai una percezione tangibile di quanto le tue personali preferenze stiano annebbiando la completa immagine biblica di Cristo. Dopo di che, potresti prendere in considerazione l’idea di incontrare il tuo pastore o un mentore spirituale per lavorare su questi passaggi difficili e trovare delle risposte biblicamente fondate.
Quando leggiamo di Gesù nei Vangeli, dobbiamo prenderlo per com’è e non ritoccare le cose che noi avvertiamo come sgradite, scomode o confuse. Perché se non stiamo attenti potremmo involontariamente creare un’immagine di Cristo che a malapena somiglia all’originale. Questa nuova immaginare somiglierà a qualcuno, ma non sarà Gesù – saremo noi. Più ritocchi Gesù, più Lui inizierà a somigliare a te. Quando ciò avviene, devi chiedere a te stesso la spaventosa domanda: chi è che sto adorando?
Ryan Lokkesmoe – tratto dalla rivista online Relevant Magazine
Libri consigliati per approfondire l’argomento:
- Gesù Vintage di Mark Driscoll e Gerry Breshears
- Gesù chi è e perché è importante saperlo di Alister McGrath
- The end of religion – Un incontro con la spiritualità sovversiva di Cristo di Bruxy Cavey