il pastore Makset è stato liberato e imbarcato su un aereo assieme alla sua famiglia, con destinazione un paese dell’Europa. Da oggi la campagna di lettere all’ambasciata kazaka è conclusa. Rimane la richiesta di pregare per Makset e famiglia.
Dopo oltre 90 giorni di prigione, il pastore Makset Djabberbergenov è stato liberato dalle autorità kazake il giorno 4 dicembre e imbarcato su un aereo per una località europea (in Germania), per poi, assieme ai membri della sua famiglia, essere presi in custodia e portati in un altro paese dell’Unione Europea di cui si preferisce per ora non svelare il nome (fonte Forum 18).
Dunque il pastore Makset è libero, non sarà estradato in Uzbekistan dove rischiava dai 9 ai 15 anni di prigione per le sue attività evangelistiche. Ora per lui e la sua famiglia, composta da sua moglie Aigul e i 4 figli, si prospetta un futuro di libertà dopo gli anni di oppressione e difficoltà. Vi ricordiamo che il pastore Makset aveva subito in patria (Uzbekistan) molte pressioni, 6 arresti per le sue attività cristiane, svariate false accuse e l’ordine di carcerazione per il quale aveva deciso di scappare all’estero, nel vicino Kazakhstan. Nella zona dove svolgeva il suo ministero (città di Nukus, capitale del Karakalpakstan, Uzbeksitan), nessuna chiesa evangelica era autorizzata ad esistere. Purtroppo dopo un po’ di tempo, quando le cose sembravano tranquille, le autorità uzbeke fecero formale richiesta di estradizione al Kazakhstan per poter processare il pastore.
Porte Aperte, insieme ad altre organizzazioni, ha attivato una campagna di lettere da spedire alle ambasciate kazake nei vari paesi di riferimento: anche in Italia molti singoli sostenitori, chiese e pastori hanno aderito a questa campagna, mandando lettere all’ambasciata kazaka in Italia richiedendo la liberazione di Makset. Tutto ciò ha aumentato esponenzialmente l’attenzione sul caso di Makset, puntando i riflettori internazionali sul Kazakhstan e facendo così una pressione notevole sulle autorità. Il risultato di queste campagne e dell’intenso lavoro dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è stata la liberazione e l’asilo in un paese europeo del nostro fratello Makset e la sua famiglia. Ricordiamo che non sempre è sicuro e utile fare questo tipo di campagne: Porte Aperte le adotta valutando caso per caso, mettendo come priorità il bene del fratello/sorella in questione. Da oggi la campagna di lettere all’ambasciata kazaka è quindi conclusa. Rimane la richiesta di pregare per Makset e famiglia.
Vogliamo ringraziarvi tutti per quanto avete fatto, per le lettere e per le tante preghiere: constatiamo sempre di più come la chiesa italiana risponda con amore e prontezza per aiutare i propri fratelli della Chiesa perseguitata. Grazie!
Fonte notizia: porteaperteitalia.org