… purché io compia con allegrezza il mio corso, e il ministerio il quale ho ricevuto dal Signore Gesù. Atti 20:24 (Versione Diodati).
L’allegrezza non è il segno che le mie imprese abbiano avuto successo, ma che ciò per cui sono stato creato e rigenerato ha raggiunto il suo compimento. La gioia del Signore Gesù scaturiva dal fare quello che il Padre Lo aveva mandato a compiere; ed Egli dice: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”. Ho ricevuto un incarico dal Signore? Allora
devo essere fedele nell’adempierlo, e solo inquadrando la mia vita in questo adempimento posso reputarla preziosa. Pensa alla soddisfazione che proverai nel constatare che quelle cose che il Signore ti aveva mandato a fare, tu le hai fatte, e nel sentire Gesù che ti dice: “Ben fatto, buono e fedele servitore”. Dobbiamo tutti trovare il nostro posto nella vita; spiritualmente, lo troviamo quando riceviamo dal Signore un mandato da compiere. Per poterlo portare a buon fine, dobbiamo avere Gesù a compagno; e quindi non ci basta limitarci a conoscerLo solo come nostro Salvatore personale; la nostra conoscenza di Lui deve essere assai più approfondita. lo ti mostrerò quante cose debba patire per il mio nome.”
“Mi ami tu?” Allora: “Pasci le mie pecore”. Il servizio on ci offre una scelta; ci chiede solo una fedeltà assoluta al compito affidatoci dal Signore, un’ assoluta coerenza ed adesione a quello che impariamo stando in stretta comunione con Dio. Se hai ricevuto un ministerio dal Signore Gesù, saprai pure che ciò che ti è necessario per agire non è un appello all’azione, ma l’opportunità di agire. L’appello ti è fatto perché tu sia fedele al ministerio che ricevesti quando eri in retto contatto con Lui. Non credere che ciò implichi l’esistenza di un preciso programma di servizio, già tracciato per e ed al quale tu debba attenerti scrupolosamente; significa invece che tu dovrai ignorare ogni richiesta di servizio in direzioni che non siano quella indicata da Dio.
Meditazione tratta da “L’impegno per l’Altissimo”